Il libro sul Cenacolo (1810) di Giuseppe Bossi, la sua riproduzione pittorica in scala naturale, destinata ad essere tradotta in mosaico da Giacomo Raffaelli, quale ricostruzione ideale e imperitura dell’originale ormai gravemente compromesso e in parte perduto, rilanciano potentemente gli studi su Leonardo, da poco riscoperto anche sul piano degli interessi scientifici grazie all’Essai (1797) del fisico reggiano Giambattista Venturi, condotto sui codici dell’Ambrosiana requisiti dai francesi in età napoleonica.
L’interesse per il Cenacolo, riconosciuto modello universale per lo studio dei moti dell’animo e del corpo, è destinato a crescere nel corso dell’Ottocento, mediato non più solo dalle riproduzioni calcografiche e pittoriche, ma anche dalle fotografie, sino alla divulgazione cromolitografica.
Il parallelo grande sviluppo degli studi su Leonardo culminerà con la progressiva pubblicazione dei suoi codici, con la creazione di istituti vinciani a Milano e a Roma e di collane editoriali dedicate.