La prima edizione a stampa degli insegnamenti della pittura di Leonardo è il Trattato pubblicato a Parigi nel 1651, con le illustrazioni di Poussin, dall’editore Raphael Trichet du Fresne, testo assai lacunoso, limitato soprattutto alla precettistica, rispetto alla versione integrale del Codex Vaticanus Urbinas 1270 (quello degli scritti raccolti da Francesco Melzi), pubblicato per la prima volta a Roma nel 1817 da Guglielmo Manzi. Eppure il Trattato della pittura del du Fresne, attraverso le successive riedizioni, spesso accompagnate dai Libri della pittura e dal Trattato della statua di L. B. Alberti, è stato il testo di riferimento nell’insegnamento accademico sino agli anni della formazione di Diotti. Si può pensare che l’edizione bolognese del 1786 qui esposta sia passata fra le mani degli allievi della scuola di disegno di Casalmaggiore, diretta allora dal pittore Francesco Chiozzi che si era formato alla Clementina di Bologna. Ma fra le mani degli artisti locali sono sicuramente passate le stampe di Bartolozzi che compongono il singolare abrégé pubblicato nello stesso anno a Londra, nelle quali è reso manifesto l’ambizioso ed eloquente programma di coniugare il bello ideale di Winckelmann alla precettistica leonardesca.