Nella formazione romana (1804-1809) di Giuseppe Diotti non contano solo il bello ideale, lo studio delle stanze di Raffaello e la copia dall’antico, ma soprattutto i preziosi suggerimenti del Segretario dell’Accademia di Brera che ne sorvegliava a distanza i progressi - Giuseppe Bossi - allora impegnato nella riscoperta di Leonardo da Vinci.
Al principio del 1806 Bossi lo sollecitava a leggere il Trattato della pittura, riedito due anni prima nella collana dei Classici Italiani, e Diotti rispondeva di aver già provveduto:
«... il libro di Leonardo lo tengo appresso di me». Le tracce di quel prezioso vademecum emergeranno in seguito nel suo modus operandi.